“Bella Ciao” ieri e oggi – un canto senza tempo
Bella Ciao si è consolidato negli anni come uno dei brani più significativi nella storia d’Italia. Un vero e proprio inno i cui valori sembrano trascendere il periodo in cui ha avuto luce, e che risuonano ancora più alti nel Giorno della Liberazione.
Oggi, 25 Aprile, vogliamo che Bella Ciao sia protagonista, sia nella sua veste originale, che in quella più attuale, a dimostrazione dell’immortalità di quei valori.
La canzone, nata dalle labbra dei partigiani che resistevano al Fascismo, ebbe la possibilità di essere tramandata grazie al lavoro di Fausto Amodei, a cui si deve la stesura del testo e delle musiche, e agli spettacoli del Nuovo Canzoniere Italiano, un gruppo di artisti-ricercatori che a partire del 1962 si impegnò nella diffusione di canti popolari e di protesta.
Le registrazioni vennero pubblicate dall’etichetta discografica “I Dischi del Sole”, perché fossero disponibili alle nuove generazioni che, nonostante non avessero conosciuto la guerra, scendevano in piazza manifestando il loro desiderio di libertà e giustizia sociale.
Bella Ciao è un canto per la libertà, il canto di tutti. Noi invitiamo le persone ad abbracciarsi, non a dividersi, e la libertà è il presupposto principale per avere lo stato d’animo positivo e buono per farlo – scrivevano i Marlene Kuntz nel presentare la loro interpretazione del canto.
La partecipazione convinta di Skin, la cui voce accanto a quella di Godano aggiunge al brano una profondità, un’atmosfera e un impatto ancora più forti, coinvolgente, unico e memorabile.
La nuova versione venne pubblicata esattamente un anno fa, il 25 Aprile 2019, e la scelta più sensata fu quella di riadattare i valori della canzone ai tempi che correvano. Per questo il pensiero è andato a Riace, dove il video è ambientato.
Oggi, 25 Aprile 2020, questo invito ad abbracciarci assume un valore ancora ulteriore, ennesima prova dell’universalità di questa canzone. Esprime il desiderio ed il bisogno di starci vicini, di stringerci all’Italia intera, almeno col pensiero, in un momento in cui la situazione di emergenza sanitaria ci costringe alla lontananza.