Emanuele De Raymondi racconta la scrittura della colonna sonora di “Arianna”
Presentato alla settantaduesima mostra del cinema di Venezia, “Arianna” è il primo lungometraggio del regista Carlo Lavagna, al cinema dal 24 settembre. La ricerca di un’identità, una ragazza che non è ancora donna, le sue domande i suoi turbamenti e un percorso difficile ma necessario che la porta ad indagare il proprio passato e a rinascere. Emanuele De Raymondi, autore della colonna sonora originale prodotta da Ala Bianca, racconta la sua esperienza nella scrittura delle musiche del film.
Le musiche di “Arianna” sono il risultato di un lungo processo di composizione, un percorso cominciato diversi mesi prima delle riprese. Prima ancora di affrontare le questioni formali, Carlo Lavagna e io abbiamo avuto un importante e fecondo scambio di riflessioni sulla funzione simbolica che la musica avrebbe dovuto avere nel film.
Oltre ad accompagnare la drammaturgia, era importante che la musica ci portasse verso una dimensione arcaica, in un certo senso al di fuori della storia. Carlo aveva passato molto tempo ad approfondire la figura dell’intersessuale nella mitologia così come nella storia del pensiero filosofico, artistico e letterario. Dovevamo quindi in qualche modo far emergere l’archetipo dell’ermafrodito (il cui equivalente visivo sono le bellissime scene nella natura), più che accompagnare o sottolineare la psicologia dei personaggi in una storia di famiglia borghese in crisi (la cui narrazione e’ affidata principalmente alla sceneggiatura). Queste riflessioni mi hanno portato a scegliere una strumentazione scarna, essenziale, fatta di una sola percussione e due archi barocchi.
Le interpreti Anais Chen (Violino barocco) e Rosita Ippolito (Viola da gamba) hanno poi dato vita e anima alle note con grande sensibilità.