Giorgio Ciccarelli racconta la scrittura di “Le Cose Cambiano”
Giorgio Ciccarelli, dopo l’uscita dagli Afterhours, racconta come è nato “Le Cose Cambiano” (Label XXXV, Publishing Ala Bianca) il suo esordio solista. Dalla collaborazione con Tito Faraci, autore delle liriche, all’incontro con l’etichetta XXXV e con Ala Bianca, Giorgio Ciccarelli traccia un percorso personale di questa nuova avventura.
L’ultima cosa che avrei pensato, in quell’inizio novembre del 2014, sarebbe stata che da lì a un anno sarei uscito con un mio disco solista, che sarei stato in tour con una band diversa e che sarebbero successe tutte le cose che stanno succedendo ora. Ma “le cose cambiano e ti travolgono”, e io mi sono fatto travolgere…
Tutto questo progetto è nato senza lunghe pianificazioni. Certo, prima di tutto c’è stata la mia necessità di continuare a fare musica. Ma l’incontro con Tito, quello con i ragazzi di XXXV, quello con la band… sono tutto frutto di meravigliose coincidenze.
Avevo chiaro in mente che volevo uscire. Avevo le canzoni, avevo iniziato a scrivere anche i testi, come ho sempre fatto per i miei pezzi, ma sentivo la necessità di avere una visione differente, un punto di vista “altro” rispetto al mio solito sguardo sul mondo.
Io e Tito Faraci ci conosciamo dal 1987. Ci siamo rivisti dopo tanto tempo nel backstage di un concerto. E, come se non fossero passati vent’anni dall’ultima volta che ci eravamo incontrati, ci siamo parlati con la stessa intimità di allora. Ci siamo raccontati in dieci minuti vent’anni di vita. Ci siamo abbracciati e ci siamo dati appuntamenti futuri. Ma era ancora lontana da me l’idea di coinvolgerlo nelle “mie cose” e, certamente, non pensavo a lui come potenziale scrittore di testi. Una mattina come tante, la mia compagna me l’ha buttata lì: “Perché non chiedi a Tito?”. Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima?! L’ho messaggiato immediatamente e lui, semplicemente, mi ha risposto “ci sto”.
Una volta pronti i provini, ho fatto il solito giro, quello delle sette chiese, chiedendomi, in verità, il senso di tutto ciò. Che bisogno c’era dell’ennesimo disco messo su un mercato che è ormai a pezzi? Ci voleva qualcosa di speciale, di diverso…
Intanto Tito, con il suo solito entusiasmo, parlava a destra e a manca del progetto e lo ha fatto anche con Roberto Policastro e Nicodemo di XXXV: una struttura, come piace dire a loro, crossmediale, della quale io nulla sapevo e alla quale nulla avevo mandato.
Tutto appunto, è partito e si è sviluppato quasi per caso, chiacchierando: il coinvolgimento dei disegnatori avvenuto in totale amicizia, quello di Comicon nella persona di Alino, quello di Toni Verona di Ala Bianca, che ha letteralmente scommesso sul progetto. E poi la band: musicisti mai visti e conosciuti prima. Mi sono semplicemente fidato di quello che mi diceva di loro Nico (Nicodemo), che mi ha letteralmente travolto e conquistato con il suo entusiasmo. Inutile dire che aveva ragione.
Era ed è chiaro: dovevo e devo lasciarmi andare e farmi travolgere da tutto ciò, e seguire il flusso degli accadimenti. Non potevo e non posso fermarmi a pensare, a valutare, a ponderare, come sempre ho fatto nelle mie cose. È un modus operandi che, anche se lontano dal mio, mi sta piacendo parecchio. Forse le cose stanno cambiando veramente, anche dentro di me…
Giorgio Ciccarelli