Petrina

Petrina (all’anagrafe Debora Petrina) torna a firmare un nuovo album con cui si identifica appieno, intitolandolo col suo nome: PETRINA, come a sottolineare un approfondimento del tessuto compositivo, lirico, e di arrangiamenti, con cui si definisce appieno lo spettro della sua personalità artistica.

In questo album infatti Petrina scrive partiture per fiati ed archi, inserisce l’elettronica in alcuni pezzi, dà largo spazio alle chitarre elettriche e ai synth (a cui si cimenta lei stessa), coinvolgendo 13 musicisti di diverse estrazioni, fra cui Carlo Carcano (elettronica), Piero Bittolo Bon (sassofoni e basso), Nicola Manzan (violino), Giancarlo Trimboli (violoncello), Amy Kohn (fisarmonica), Gianni Bertoncini (batteria ed elettronica), Niccolò Romanin (batteria), Alessandro Fedrigo (basso) e Mirko Di Cataldo (chitarra, basso), importante supporto per l’arrangiamento di alcuni brani.

Appaiono inoltre, come ospiti, John Parish, lead guitar in Princess, e David Byrne con un piccolissimo ma mirato cameo vocale, in Lina.

La presenza di David Byrne non è solo la testimonianza della sua stima, già dimostrata dalla ripetuta presenza di Petrina nelle sue passate radio-playlist; David Byrne è infatti anche il deus ex-machina della traccia con cui si chiude il disco.

E’ stata sua infatti l’idea di far incontrare Petrina con Jherek Bischoff, artista di Seattle, di lui collaboratore, oltreché fondatore dei Parenthetical Girl, dei Dead Science e dei Xiou Xiou, arrangiatore, compositore e polistrumentista per Amanda Palmer.

Così Jherek e Petrina hanno iniziato a lavorare a 10mila chilometri di distanza, e quello che ne hanno ricavato è stato tanto apprezzato da David Byrne da fargli decidere di proporlo alla Nonesuch Records, l’etichetta cardine per la nuova musica nel mondo.

L’album Petrina presenta un’anteprima di questa collaborazione, ovvero una versione per intera orchestra, con voce e pianoforte solisti, di Sky-Stripes in August, che appare già a metà disco nella versione precedente, per sax, chitarra, basso e batteria, e tastiere.

Jherek, così come aveva fatto in Composed (sbalordendo lo stesso Byrne), ha registrato tutti gli strumenti spostandosi dalla casa di un musicista all’altro, a Seattle, con la sua bici e lo zainetto pieno di microfoni.

Allo stesso modo Petrina ha scritto e registrato tutte le tracce di fiati ed archi delle altre canzoni spostandosi da una casa ad una fabbrica di cornici ad un teatrino di provincia (Niente dei ricci, I fuochi d’artificio, Lina).

Negli altri pezzi, di matrice più rock, l’arrangiamento si è invece forgiato nelle sale-prova, grazie al contributo di valentissimi musicisti come Gianni Bertoncini e Alessandro Fedrigo, Niccolò Romanin, Piero Bittolo Bon e Mirko Di Cataldo, vero assistente alla produzione per l’intero album.

Infine una nota ai testi, in italiano ed inglese, che segnano un momento di riflessione, uno sguardo al passato dell’artista come presa di coscienza del suo presente.

In modo totalmente autobiografico, ma con una scansione di immagini simile a quella dei sogni, Petrina ripercorre momenti cruciali e drammatici della sua vita, con uno scarto di prospettiva ed una nuova energia propulsiva data principalmente dalla musica: dalle gite in montagna con un padre prematuramente scomparso (Princess), ad un’infanzia turbata ed inquieta (Niente dei ricci), a una visione del proprio smarrimento a cavalcioni di una bicicletta (Sky-Stripes in August), o dall’alto di un aeroplano (I fuochi d’artificio), al ricordo del proprio cane ucciso da un’automobile (Vita da cani e Dog in Space), al mordace spirito battagliero che riscatta le ferite (Denti). Il titolo della prima traccia, strumentale, (Little Fish from the Sky) è un omaggio al realismo magico dello scrittore Haruki Murakami (con riferimento al romanzo Kafka on the Shore), e al suo procedere per visioni, ricordi, profezie, simboli e rivelazioni, come nella trascrizione di un sogno.

La danza resta fedele compagna del percorso umano ed artistico di Petrina, ispirando il collage di parole di The Invisible Circus, già progetto coreografico sviluppato in Olanda con la coreografa Sara Wiktorowicz.

A coronamento di tutto, una storia vera a lieto fine, con la figura di Lina che, oramai anziana, va col ricordo a se stessa giovane e priva di mezzi, e a come non si lasciò abbattere dalle condizioni di vita precarie e avverse all’unione con l’uomo che amava da lungo tempo, ma riscattò il suo destino poco fortunato con un matrimonio che costò dieci anni di attesa, qualche giorno di carcere, e una fedina penale sporca, ma fu di vero e autentico amore.

Tacklist

Little Fish from the Sky 3’56’’

The Invisible Circus 4’17’’

Princess 3’23’’

Niente dei ricci 4’58’’

Sky-Stripes in August 4’36’’

Denti 3’21’’

I fuochi d’artificio 4’26

Vita da cani 3’07’’

Dog in Space 4’24’’

Lina 6’44’’

Sky-Stripes in August (orch. Ver) 6’28’’

Petrina – Bio

Gettonatissima in quel vero e proprio indicatore di talenti che è la web-radio di David Byrne, la cantante, pianista, tastierista e compositrice Petrina è una delle rivelazioni odierne nella scena musicale italiana, e sintetizza con classe visionaria un obliquo e sensuale cantautorato con le sperimentazioni del jazz-rock d’avanguardia e dell’elettronica.

Vincitrice di numerosi premi nazionali in qualità di cantautrice (Premio Ciampi 2007, Premio Rivelazione Indie-Pop al Mei 2009, Premio Siae 2010 e Demo Award 2010), ma altresì affermata pianista di repertorio classico-contemporaneo, Petrina ha suonato a Tokio, New York, San Francisco, Londra, l’Avana, Strasburgo, Berlino e Colonia, invitata da musicisti del calibro di Elliott Sharp (ospite nel suo disco In Doma), se non dall’Instituto della Musica Cubana, o dal Mills College in California.

Ha suonato altresì al Teatro La Fenice di Venezia e ha aperto i concerti di Gino Paoli e Cristina Donà.

Ha suonato prime esecuzioni di Nino Rota, Morton Feldman, John Cage, Eunice Katunda, Leos Janacek, Camillo Togni, Bruno Maderna, Sylvano Bussotti, autore con le cui musiche è di prossima uscita un album Stradivarius.

Ha registrato negli Stati Uniti CD con inediti di Morton Feldman, per l’etichetta OgreOgress.

Ha ricomposto in toto un brano di Frederic Rzewski, To the Earth (dall’originale per voce recitante e vasi percossi a una versione per canto e pianoforte), ottenendo l’apprezzamento dell’autore stesso.

Anche Terry Riley ha riconosciuto le sue doti compositive.

Nel novembre 2012 è stata ospite del prestigioso Jazz Festival di Madrid.

Stimata da Paolo Fresu, è stata da lui invitata per un doppio concerto al prossimo festival Time In Jazz 2013.

Produttrice artistica in toto della sua musica, ha composto e arrangiato il suo primo album, IN DOMA, che ha suscitato l’entusiasmo della critica in Italia e negli Stati Uniti, ed è stato presentato dal vivo nelle radio nazionali (RaiRadio1 e RaiRadio3), alla RSI (Radio della Svizzera Italiana) e a Radio Funkhaus Europa a Berlino.

E’ stata nominata per il Trofeo InSound 2011 per la categoria voce.

Petrina compone colonne sonore per teatro, cinema e danza, ed è lei stessa danzatrice e performer: oltreché aver danzato in progetti di coreografi internazionali (Iris Erez, Sara Wiktorowicz), ha curato la regia di spettacoli interpretati da lei stessa, come She-Shoe, un solo di danza, voce, suoni e video, il cui videoclip è stato invitato al Festival Internazionale di Video Danza di Yokohama, Giappone, e proiettato in occasione del Premio Italiano per il miglior Videoclip Indipendente (P.I.V.I).

Ha danzato al Grand Theatre di Groningen, al Dance Atelier di Rotterdam, alla Conway Hall a Londra, oltreché in numerosi festival italiani (Arteven, Explò, OperaEstate). Ha partecipato alla Marathon of Unexpected, per la Biennale Danza 2012, in un progetto coreografico di Margherita Pirotto.