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[vc_row][vc_column][mpc_vc_deco_header type="h2" align="left" text="Descrizione"][vc_column_text]info
Cresciuti in Lunigiana, Maurizio e Giovanni sono amici nella vita e nella caccia, che praticano con passione. Imprenditore e scultore, condividono il marmo e un quotidiano tranquillo interrotto da Clara, una giovane donna che innamora Maurizio. Giovanni, sposato e annoiato, scolpisce madonne e desidera Clara, che sposa Maurizio ed è amante di Marco, un cantautore locale. Tra una battuta di caccia e un bicchiere di vino, arriva linverno che congela la campagna ma accende i cuori, avviando passioni e ossessioni. Clara, schiacciata dai silenzi e trascurata da Maurizio, cerca attenzione e premure tra le braccia di Giovanni, che tollera di condividerla con lamico ma non con Marco. La sua gelosia innescherà una reazione a catena e una caccia alluomo.
Sul confine, ideale e geografico (tra Toscana e Liguria), è appeso il noir di Toni DAngelo, abitato da personaggi che vivono ambiguamente la vita, finendo per guadagnarsi linferno. La Lunigiana, sospesa tra due regioni e due stagioni, è lambiente ideale in cui rappresentare la relazione bene e male, che al fascino brutale delloscurità preferisce il lento affondare nella penombra. In quella penombra, la bionda dark lady di Chiara Conti si infila e si concede, esibendo unapparente fragilità fisica piuttosto che una seduzione aggressiva. Noir di provincia, Linnocenza di Clara si muove tra la chiusura domestica e la progressiva apertura verso gli spazi esterni, scenari naturali a cui lo spettatore accede straniero come Clara. La protagonista emerge dal buio della galleria alla luce bianca dei marmi di Carrara, dove impatta la paranoia provinciale, dove incontra i suoi amanti e decide i loro destini. Un arrivo casuale il suo, una deviazione che la deposita dentro la grandiosità scenografica di una cava senza annullarne mai lindividualità fatale. Fata seduttrice, Clara è presenza attiva, creatrice, è un corpo femminile che produce storie e narrazioni, muovendo limmobilità provinciale e orchestrando la stessa scena madre col padre, ricoverato in una casa di cura, per il piacere degli occhi di chi la guarda e laccompagna. Dentro lo stesso abito, la protagonista vive due volte. Vive e poi rivive con gli stessi elementi, un diverso spettatore e un identico finale per chi ha deciso di (non) vedere il suo bluff.
Sofisticato e inafferrabile, alla maniera della sua femme fatale, Linnocenza di Clara testimonia limpossibile utopia di una provincia sana in un sistema malato, da cui arriva e a cui ritorna Clara, probabilmente innocente, probabilmente colpevole, probabilmente magnifica occasione per alimentare e poi consumare unossessione. Lo sguardo maturo del giovane autore sulla provincia (italiana) scandisce un progressivo inoltrarsi nellincubo, immergendo il suo noir in unassolutezza di vita e di morte che labitudine alle relazioni urbane (qualche volta) stempera. Clara affonda coi suoi amanti in una dimensione primaria, che li mette a contatto con pulsioni radicali, lotte disperate e solitarie per la sopravvivenza in mezzo alla natura e ai suoi spazi estremi. Si sottrae a quella ininterrotta sospensione esistenziale la coppia dei giovanissimi amanti, su cui il regista sposta a intervalli lattenzione. Circondati dallostilità degli adulti e isolati nella loro ingenuità virginale e nella purezza adolescenziale, gli innocenti sopravvivono alla caccia e ai colpi sparati per uccidere o per suicidare. Chiara Conti, piena di una bellezza vertiginosa, è desiderata da Alberto Gimignani, Luca Lionello e Bobo Rondelli, volti e voci che fanno scolorire e scomparire i bravi ragazzi del cinema italiano.
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